Capire la morte è la chiave del saper vivere

Morte. Una parola che fatichiamo a pronunciare e a voler pensare. Una parola definitiva che ci spaventa e che allontaniamo volentieri delle nostre conversazioni. Non ci piace parlare di morte. Nel nostro immaginario è una figura che terrorizza. Eppure la morte è la cosa più naturale nel flusso della vita: tutto nasce, evolve, si trasforma, cresce, matura, perisce e rinasce in un ciclo continuo. In un certo qual modo è una delle poche certezze che abbiamo: se siamo nati ad un certo punto moriremo. 

Per anni nella mia giovinezza ho cercato di dare un senso alla morte perché mi angosciava l’idea di perdere le persone amate, di dover fronteggiare la realtà improvvisa della interruzione di comunicazione, scambio, affetto che la morte impone alle relazioni. Volevo capirla per non sentirmi cosi impotente e paralizzata al solo pensiero. 

La mia paura della morte è stata la mia più grande insegnante perché mi ha aperto la mente ed il cuore allo studio dei fenomeni di pre-morte, alle esplorazione delle energie sottili, alla sperimentazione della capacità medianica di certi individui… ho incominciato a comprendere la vastità delle esperienze multidimensionali dell’anima, la complessità e il significato della incarnazione fisica e dei cicli karmici, la natura energetica e magnetica degli impulsi intenzionali che creano la vita… Ogni nuova comprensione, una nuova espansione di coscienza e ancora più amore per la complessità e la magia di questa esperienza di vita e di morte. Più capivo, più la paura sbiadiva…  e più comprendevo che in realtà la morte si merita più rispetto che paura perché è un vero portale verso dimensioni di enorme espansione, ma è proprio la paura che ci hanno indotto ad avere che ha potenzialmente limitato anche la nostra esperienza del trapasso. 

Il credere che dopo la morte fisica non ci sia nulla o addirittura il pensare che esista la dannazione per ciò che in vita si è compiuto di negativo ed abominevole condiziona il nostro spirito, che si è liberato dal corpo fisico, a vivere esperienze che sono proiezioni di tali convinzioni, esattamente come nella nostra vita noi creiamo scenari che assomigliano alle nostre paure perché proiettiamo tale vibrazione nella nostra realtà. Invece il dopo o “l’oltre” come viene spesso chiamato è il vero “ritorno a casa” verso una dimensione dove la nostra esistenza è priva di tutte le asperità, pesantezze e dolori della vita fisica e dove la Vita si può esprimere davvero ad un livello di potenza e magnificenza molto più grande. C’e’ solo vita e ancora più Vita. L’amore non si interrompe, cosi come le relazioni tra anime che appartengono alle stesse famiglie. La nascita in questa dimensione è in realtà il momento più difficile che affrontiamo perché implica la separazione e l’allontanamento temporaneo dalle nostre vere famiglie. 

Perché farlo allora? 

Perché la vita fisica su questo pianeta ha un enorme valore evolutivo per la nostra anima, se non restiamo intrappolati nelle dinamiche puramente umane della nostra personalità. Se in una dimensione cosi densa ed oscura riusciamo ad integrare e manifestare completamente l’enorme talento e potere creativo individuale che abbiamo e ad ancorare l’energia dell’amore incondizionato, che è la nostra vera natura, espandiamo esponenzialmente il nostro livello di coscienza. Come dire: più ardua è la prova più alto il premio.

Come vincere la partita? Smettendo di identificarci con la nostra personalità umana e quindi smettendo di farci impressionare dalle sue paure e condizionare dalle sue credenze. Rinunciare all’illusione di essere chi crediamo di essere per essere davvero chi siamo. Nulla di ciò che siamo abituati a credere è reale. Stiamo recitando delle parti in un grande teatro dove ci siamo identificati cosi tanto nel ruolo che abbiamo dimenticato di essere semplici attori. Tutto sembra cosi serio, così importante, cosi rilevante quando in realtà l’unica cosa veramente geniale è uscire dalla parte, abbandonare i limiti che ci siamo inconsapevolmente autoimposti, abbracciare il potere dell’Amore che siamo e trasformare completamente questa recita: dal dramma, dalla tragedia, alla celebrazione della vita, della gioia, della bellezza.

Il saper morire all’illusione della morte è la chiave per incominciare a vivere pienamente la Vita.  

(pic credits Unsplash - Alexandra Nicolae)

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Comments

  • Sonia 02/07/2023 9:03am (17 mesi fa)

    Bellissimo Anna Grazie !

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