Fuori dall'ombra...

Marika, 23 anni, un bel sorriso pulito e sincero, un curriculum scolastico di incredibile ricchezza, attivita’ extra-scolastiche a livello non-profit di tutto rispetto, padronanza di 4 lingue e… una inconfessabile timidezza e paura ad esporsi. 

Risultato? A livello di offerte di lavoro le stanno passando d’avanti tutti i suoi ex-compagni di corso, anche quelli che non hanno un curriculum cosi brillante come il suo. 

Lacrimoni a stento repressi sfuggono e rotolano su quel bel sorriso. E a me viene d’istinto voglia di abbracciarla come una sorellina piu’ piccola. 

Perche’, perche,’ perche’ tante, troppe donne cosi in gamba sono cosi tanto affette da questa insicurezza castrante? 

Perche’ nel silenzio delle nostre camere, dei nostri uffici, ci basta abbassare la testa sul libro e capire al volo, memorizzare ed integrare contenuti complessi in pochi minuti e poi, quando si tratta di brillare di questa luce, cosi come della luce del nostro cuore, ci chiudiamo a riccio facendo scomparire anche il piu’ piccolo alone dorato? 

La ragione e’ biologica e genetica, ma anche sociale e personale.

Vediamo perche’.

Il genere umano femminile nell’evoluzione storica, dalla preistoria in poi e’ sempre stato il genere che si e’ preoccupato della stabilita’, della sicurezza, della cura dello spazio e della famiglia. Non siamo state, se non in qualche limitato ed eroico esempio, le cacciatrici, le guerriere, le leaders. Il nostro posto naturale e’ l’ombra e nell’ombra tessiamo imprese incredibili, ma non siamo abituate allo spotlight della prima linea; la luce e la visibilita’ ci creano spesso disagio.

Siamo sempre state mogli e madri in prima istanza e il nostro DNA ce lo ricorda ogni mese. Siamo sorelle della luna e dei suoi cicli. Riflessive piu’ che attive. L’ombra, ancora una volta e’ il nostro elemento naturale e familiare…

Socialmente abbiamo dovuto sgomitare ed urlare per ottenere i nostri diritti, uscendo dall’ombra, ma nelle cellule del nostro corpo e’ ancora viva la sensazione di essere inferiori, meno brillanti di quei modelli maschili arrembanti e sicuri di se’ che riempiono i nostri orizzonti. 

Conosco davvero poche donne che si sentono in equilibrio con gli uomini, che non ne temono il confronto, che non ne sono sminuite o intimidite e sono tutte donne profondamente consapevoli di se’ e della propria luce.

Perche’ questo e’ il punto. Finche’ non facciamo pace con la nostra naturale grandezza, con la nostra immensa luce e accettiamo di essere piene e complete da sempre, senza il bisogno di dimostrare nulla a nessuno per essere accettate ed amate, continueremo a sentirci piccole e biosgnose di protezione e riconoscimento esterno per amarci e rispettare noi stesse. 

La soluzione migliore per incominciare ad acquisire fiducia e’ quella di imparare a conoscere la nostra luce e permettergli di brillare. 

Quella luce esiste da sempre, non va cercata, costruita affannosamente attraverso l’accumulo di risultati esterni. Quella luce brilla da dentro. Bisogna solo permettergli di uscire. Bisogna toglierle il velo con cui l’abbiamo incappucciata per non dare fastidio. 

E’ davvero il momento di accettare di essere viste, di permetterci di essere viste. 

Abbiamo un ruolo importante da svolgere in questo mondo straziato da ingiustizie e dolore e questo ruolo va interpretato a modo nostro. A nostra immagine e somiglianza, smettendo di cercare di assomigliare a modelli maschili che non riescono a rappresentarci completamente. 

E’ alla nostra portata. Ed e’ una grandissima opportunita’ alla quale possiamo prepararci imparando a conoscere ed utilizzare il nostro completo potenziale. Non ci manca nulla davvero, dobbiamo solo imparare a guardarci in un modo diverso e lasciar finalmente andare quell’impostazione mentale a rimanere nell’ombra che non ci serve ed aiuta piu’. 

(Picture courtesy of Flickr - DVS)