Il valore della disobbedienza

Il teatro del mondo in cui viviamo sta diventando sempre più estremo, esacerbato e fuori controllo e possiamo scegliere di rifugiarci nella paura delle conseguenze di tutto ciò o comprendere che esiste una prospettiva diversa da cui guardare a questo. Una prospettiva che ci spinge inesorabilmente a recuperare il potere che abbiamo delegato per decenni a qualcun altro fidandoci della sua capacità di fare scelte adeguate per il bene comune. 

Chi attualmente siede in posizioni decisionali privilegiate non opera seguendo tale principio. E’ un dato di fatto. Lo abbiamo platealmente visto nella gestione della pandemia, lo stiamo osservando nella gestione delle tensioni internazionali, lo vediamo nella gestione delle esigenze sociali. Il mondo va alla deriva perché chi è autorizzato a decidere per conto nostro ha completamente perso lucidità e chiarezza rispetto a valori umani etici e fondamentali.  

Ma chi rema, non è mai chi regge il timone. Il movimento in avanti della barca è frutto della fatica di coloro che si ritengono non adatti a dirigere, ma capaci di contribuire. In realtà i rematori hanno un potere enorme. Quello di poter fermare la barca.

Questo è anche il nostro potere. Fermare questa barca che va alla deriva, semplicemente smettendo di remare. 

E’ venuto il momento di dire basta, di dire no, di dire non sono d’accordo con queste logiche, è venuto il momento di smettere di delegare il nostro potere a chi non è allineato ai nostri valori e al nostro sentire. E’ venuto il momento di disobbedire. 

Ci siamo abituati a sentirci piccoli e impotenti di fronte ai sistemi. Ma nessun sistema può sopravvivere senza la nostra energia e il nostro contributo quotidiano. Noi siamo la linfa che alimenta il sistema. Ogni nostra decisione pesa e sposta l’ago della bilancia. Finché ci adeguiamo, obbediamo, ci conformiamo continuiamo a permettere alla barca di andare sempre più alla deriva. 

Dobbiamo sollevare i remi e le braccia, in modo assolutamente fermo e pacifico, esattamente come fece il Mahatma Gandhi nei confronti del gigante, l’impero britannico negli anni 40. 

E’ il momento di essere risoluti, coraggiosi e capaci di dire no e di dire basta a tutto ciò che non rispetta ed onora la vita. 

Ammutiniamoci da questa società e dalle sue regole, convinzioni e condizioni, impariamo a considerare, riflettere e discernere le conseguenze delle nostre scelte e, di conseguenza abituiamoci a scegliere ciò che intuiamo essere allenato al nostro sentire e non alle opinioni dominanti. E’ davvero venuto il momento di imparare a disobbedire, a tirarsi indietro, a smettere di omologarsi. riprendiamoci l’autorità sulla nostra vita e della nostra vita. 

Il risveglio di coscienza che i nostri tempi ci stanno richiedendo è meraviglioso. Stiamo finalmente comprendendo l’immenso potere creativo insito in ognuno di noi. Ma questo potere richiede la nostra energia o forza vitale per essere attivato e la nostra energia è attualmente cosi frammentata da tutti i sistemi di credenze, i traumi, le false convinzioni e le dipendenze in cui siamo rimasti bloccati. Questa energia va riportata a noi stessi se vogliamo che la nostra disobbedienza acquisti autorevolezza. E’ un processo che ognuno può compiere, ma che richiede impegno, disciplina, motivazione, coraggio ed umiltà. Comprendere, smontare, lasciare andare per diventare sempre più leggeri, più luminosi e più forti. 

Sembra un paradosso, ma l’estremizzazione di tutto quello che sta succedendo è un assist pazzesco in questa direzione. Impariamo a dire “io non ci sto”, non è necessario null’altro. Portiamo i remi in barca ed arrestiamo la navigazione di questa barca impazzita. 

E quando saremo finalmente fermi guardiamoci dentro, perché il vero potere di cambiare le cose sta tutto nel riscoprire il valore e l’immensità del nostro meraviglioso ed immenso cuore umano. 

(pic credits Nik for Unsplash)