"Le parole sono tappeti volanti"
“Le parole sono tappeti volanti” dice una delle mie autrici preferite, Caroline Myss e io ci credo completamente.
Ma cosa significa davvero questa affermazione? Significa che le parole sono un mezzo potentissimo per realizzare le nostre aspirazioni e i nostri sogni, il nostro linguaggio non è solo uno dei mezzi più efficaci che abbiamo per entrare in relazione con gli altri, ma è anche lo strumento che ci permette di focalizzare la nostra mente e creare i nostri risultati.
Diventare consapevoli del linguaggio che usiamo diventa allora fondamentale per smetterla di essere ostaggi di limiti e di parole che non ci permettono di esprimere completamente il nostro potenziale. Come parli a te stesso e come ti esprimi in generale può diventare un volano o rappresentare la tua gabbia. Le parole e i concetti che padroneggiamo definiscono lo spazio entro cui sperimentiamo la nostra vita.
Ti sei mai reso conto che non tutti hanno ed usano lo stesso vocabolario? Non è solo una conseguenza della cultura, dell’educazione e della curiosità del singolo è anche una conseguenza delle scelte che facciamo. Più ampio e variegato è il vocabolario che possediamo, più siamo capaci di esprimere in dettaglio i nostri significati e le nostre sensazioni. Più usiamo certe parole più tali parole tengono in “ostaggio” od espandono le nostre emozioni. A seconda delle parole che usiamo.
Nella nostra cultura siamo tutti cresciuti nell’ombra di parole come competizione e mancanza, sono due dei presupposti della cultura capitalistica, ci siamo abituati ad usare e a credere a queste parole fin da bambini. E queste due parole dominano la nostra esperienza. Siamo condizionati a credere che ci manchi sempre qualcosa perché cosi l’economia può continuamente crescere procurando soluzioni a nuovi bisogni, siamo condizionati a competere perchè ci siamo convinti che le risorse siano scarse e solo chi arriva primo se le può godere. Credere a questi concetti perpetua una struttura sociale che li riproduce fedelmente, dandoci l’illusione che questa sia l’unica realtà possibile.
Ma cosa succerebbe se tu smettessi di crederci e di usarle?
Io l’ho fatto. E la mia esperienza di vita è totalmente cambiata. Ho smesso di accettare e scegliere la competizione come parametro e lo stress è praticamente scomparso dalla mia vita. Io non sono in gara con nessuno, stabilisco tempi e modi della mia vita in maniera autonoma, non mi curo delle regole degli altri e procedo fedele alle mie intenzioni ed intuizioni, che sono squisitamente basate su di me e sulle mie aspirazioni personali. Non aspiro ad arrivare prima, essere migliore di qualcun altro… L’unica competizione a cui dò ancora attenzione è quella verso me stessa: so che non voglio rimanere ferma, chi sarò domani è una versione più evoluta e migliorata di chi ero ieri. Siccome non competo, non ho bisogno di ossessionarmi ad adeguarmi agli ultimi trend e, siccome non competo, non ho bisogno di difendermi. Quindi assieme alla competizione nella mia vita non ci sono più neppure stress, ansia e difesa.
Un risultato brillante.
Prova ora ad immaginare cosa succederebbe alla tua vita, se lasciassi andare delle parole che ti rimpiccioliscono e ti tolgono il fiato, per esempio. Prova ad immaginare se smettessi di usare e credere alla parola “incapace”. Nella nostra vita non esistono gli incapaci. Tutti siamo in grado di imparare: impariamo a parlare, nutrirci, camminare, leggere… e poi, a seconda delle nostre esigenze e preferenze impariamo un sacco di cose in più. Se ti definisci o ti lasci definire un’incapace tu stai permettendo ad una bugia di influenzare e limitare la tua vita. Quando credi di essere un’incapace, di comporti come un’incapace e i fatti confermano le tue aspettative intrappolandoti in una definizione che non è assolutamente corretta, ma siccome l’hai accettata, diventa una gabbia per te.
Quante gabbie ti sei creato senza neppure saperlo?
Analizza la qualità del tuo linguaggio ed incomincia a fare una pulizia profonda. Ci sono espressioni davvero poco appropriate ed utili: per esempio quando dici “ci provo”, provare è un comando cosi tiepido e pieno di dubbio da abbassare invece che alzare la tua motivazione. Chi usa “ci provo” vuole semplicemente proteggersi dalla paura di essere giudicato negativamente se sbaglia. “lo faccio” ha tutta una energia diversa, racchiude motivazione, coraggio, intraprendenza, chi fa le cose può anche sbagliare la prima volta che le fa, e sbagliare e’ cosi utile per imparare meglio.
Ascolta le parole che usi e registra come ti fanno sentire. Se le parole che usi abitualmente ti spengono, ti atrofizzano, ti fanno sentire a disagio, non sono parole che ti aiutano ad espandere le tue potenzialità ed è assolutamente arrivato il momento di sostituirle e lasciarle andare. Scegli parole che siano dei veri tappeti volanti, parole che innalzano ed amplificano la tua energia personale, parole che ti ispirano e ti incoraggiano. Ti prometto che assisterai a dei cambiamenti incredibili e pressoché immediati nella qualità della tua vita.
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