Raggiungere il risultato non è l'obiettivo finale

Siamo stati condizionati fin da piccoli e difficilmente riusciamo a svincolarci da questa impostazione mentale cosi marcata nella cultura occidentale: ci consideriamo in gamba solo se siamo capaci di avere degli obiettivi e siamo capaci di raggiungerli. Meglio se nel farlo dimostriamo anche di essere migliori di qualcun altro. 

Ma e’ davvero cosi importante competere continuamente e e superare un traguardo dietro l’altro per dimostrare le tue abilità e capacità a chi hai intorno e guadagnare visibilità e riconoscimenti economici e sociali? In realtà è solo una opzione che solitamente premia solo chi ama la competizione e rende ansiosi e depressi la maggior parte degli altri. E' un meccanismo che funziona bene nel tenerti costantemente occupato a fare di più, spendere di più, lavorare di più, impegnarti di più e farti sentire inadeguato e sbagliato se non manifesti questa naturale pulsione. Viviamo nel confronto costante con gli altri, e nella frustrazione di non essere quasi mai all’altezza delle aspettative. 

E se invece il valore vero dell’esistenza fosse fare esperienza, indipendentemente da dove arrivi? Potrebbe succedere che arrivi alla fine, o a metà del percorso, o magari solo pochi passi dopo la partenza perché annusi già che non è la tua strada, ma l’importante è che in quel pezzo di strada tu abbia capito ed imparato qualcosa che non sapevi prima. Sperimentare per capire, per imparare, per affinare le tue preferenze, per trovare soluzioni diverse, per decidere se ne vale la pena o meno di spendere la tua energia e il tempo prezioso della tua vita proprio li…

Ultimamente mi sto confrontando con parecchi ragazzi e ragazze giovani che faticano a capire che direzione prendere, e si sentono costernati e sbagliati perché sentono il peso di questa aspettativa sociale che chiede loro di sapere dove andare e muoversi verso degli obiettivi che non riescono neppure ad immaginare. Io non credo affatto che loro siano una generazione persa. Io sono convinta che loro siano una generazione di rottura che ci sta ponendo di fronte alla necessità di domandarci se tutto il nostro fare e raggiungere, senza davvero capire dove il nostro vero valore sia meglio investito, sia davvero l’obiettivo finale della vita o se invece ci stiamo ingannando totalmente. 

Inseguiamo la felicità come una carota appesa davanti al naso, che sfioriamo temporaneamente ad ogni traguardo raggiunto e poi si sposta un po più avanti ancora. Mentre la vera felicità deriva proprio dall’appagamento nel presente: dal sentirsi bene per come si è e per quello che si sta vivendo ogni giorno. E questa felicità è indipendente dagli obiettivi, è puro piacere di vita, apprezzamento, gratitudine per l’esperienza stessa di essere dove si è. 

Per me raggiungere il risultato non è più l’obiettivo finale della vita. L’obiettivo è divertirmi e appassionarmi alle mie giornate mentre sperimento le mie abilità, le mie conoscenze, capacità e talenti in ciò che scelgo di fare. 

Imparare a conoscersi profondamente è fondamentale per poter operare questo shift di impostazione mentale. Perché solo quando capisci chi sei e cosa ha un valore enorme per te sei capace di smettere di temere di rimanere indietro o di essere giudicato negativamente in un contesto sociale che continua ad essere guidato dal paradigma del successo legato ai risultati. 

E questo è anche il contributo che sto portando alla vita di questi giovani bellissimi e confusi: aiutarli a vedersi, a prendersi le misure e a capire dove sta il loro fuoco interiore, perché è abbastanza chiaro che per loro a competizione verso il risultato non ha lo stesso appeal che ha avuto per la nostra generazione. Quello che mi dà grande gioia è vederli accendersi quando capiscono che non è necessario adeguarsi ad una impostazione mentale che li deprime. possono immaginare e scegliere un’altra strada. magari meno ovvia e più articolata, ma molto più appassionante e rispettosa per il loro cuore.  

 

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Comments

  • Alejandro Garretta 31/07/2024 4:14pm (4 mesi fa)

    Penso sia proprio così. Le tue parole sono sempre stimolanti. Grazie Annalisa !

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