Dalla Sopravvivenza all'Evoluzione

Si avvicina la fine di un altro anno ed è in un certo qual modo più normale fare riflessioni profonde, perché anche se il tempo come lo scandiamo è solo una convenzione condivisa e gli anni in realtà cominciano e finiscono solo nel nostro modo di calcolarli, questo stabilire fine ed inizio ci porta a fare valutazioni, preparare previsioni e costruire nuovi propositi. 

Abbiamo quasi compiuto un’altro “giro di giostra” e le tante cose che sono successe e stanno accadendo mi permettono, grazie al mio lavoro, di vedere da vicino come il nostro approccio alla vita stia profondamente mutando. 

E’ in corso un processo evolutivo accelerato che sta portando tante persone a misurarsi ineluttabilmente con traumi, ferite, paure profonde. E la cosa non è affatto semplice, perché procura disorientamento, ansia, senso di vulnerabilità ed incertezza ed in qualche caso anche depressione.

Ma se ti dicessi che questo passaggio è una benedizione?  

E’ come se tante cose che avevamo schiacciato, nascosto, sepolto, tornassero a galla imponendoci di guardarle e capire il valore che hanno avuto nella nostra vita. Perché in realtà nulla avviene mai per caso, ma si compie all’interno di un progetto di vita evolutivo per la nostra anima. 

Molti si stanno svegliando ad una comprensione di se stessi che va ben oltre i ruoli che recitano ogni giorno e, da queste finestre che si aprono, anche con molto dolore, sta entrando un sacco di luce e sta radicandosi sempre di più la consapevolezza che, se ci prendiamo la responsabilità di cambiare, possiamo avere una vita qualitativamente diversa.  

Il cambiamento è una possibilità per tutti. Anche se chi lotta per il soddisfacimento dei suoi bisogni primari solitamente lo vede come un miraggio lontano, qualcosa che non appartiene alla sua esperienza e questa convinzione lo intrappola e lo trattiene nel senso di impotenza che genera. 

Il cambiamento non è comunque un passaggio semplice per nessuno, perché implica sfidare una serie di abitudini e preferenze mentali con le quali siamo cresciuti e diventati cosi familiari da considerarle la nostra realtà normale, mentre invece rappresentano solo una realtà di  “sopravvivenza”. 

Sono certa che riconoscerai facilmente alcune di queste abitudini: 

  • l'abitudine a risolvere i problemi presenti usando le soluzioni sviluppate nel passato, senza chiederti se hai cartucce migliori;
  • l'abitudine a mantenere le cose cosi come sono, anche se non sono ottimali, solo perché ti sono familiari;
  • l'abitudine a dare priorità al senso di sicurezza e certezza che ti mantiene nella zona comfort invece che abbracciare il senso di curiosità ed esplorazione, che è una dote umana;
  • l'abitudine a dare subito la colpa agli altri invece che ammettere in primis la tua parte di responsabilità per come sono andate le cose;
  • l'abitudine a non voler guardare fino in fondo al barile ed ammettere verità per te scomode;
  • l'abitudine a giocare in piccolo e avere orizzonti limitati invece che allargare la tua visione e riconoscere il tuo valore e talento;
  • l'abitudine  lamentarti sempre e comunque.

Finché agiamo e reagiamo sulla base di queste abitudini che rappresentano le preferenze del nostro ego noi siamo intrappolati nel meccanismo di attacco, difesa e congelamento tipico della sopravvivenza. Immaginiamo il mondo come una giungla e di conseguenza feriamo prima di essere feriti, neghiamo l’evidenza per non essere puniti, ci nascondiamo per non essere visti… 

L’evoluzione comincia quando il conto di tutto ciò che abbiamo inconsapevolmente creato con queste attitudini ci torna attraverso il malessere, l’ansia, la mancanza di motivazione, gli attacchi di panico, le fobie, le dipendenze ed invece di farci appiattire da essi incominciamo a farci domande e ad accettare di comprenderne il senso. 

Ecco, molti di noi sono a questo punto ora: invece di accettare la sofferenza la stanno cominciando a mettere in discussione ed è come aprire le finestre in un locale buio e polveroso, all’inizio è scoraggiante... Ma più cambia l’aria e più si fa pulizia e più si vedono le cose come realmente sono, più si scoprono tesori che non si aveva mai neppure immaginato di possedere.  

L’evoluzione comincia dall’affrontare ciò da cui sei continuamente scappato per tanto tempo, permettendoti di guardare a te stesso da una prospettiva diversa e smontando una dopo l’altra le convinzioni che ti hanno ingessato ed imprigionato fino ad ora. E’ davvero, in primis, uno spogliarsi ed alleggerirsi, uno smettere di resistere e un lasciare andare. 

;Immagina aver camminato con un’armatura per anni e poi ritrovare la sensazione dei piedi nudi e del sole sulla pelle… 

Lo so, ci vuole coraggio a mettersi in gioco, forse è per questo che tanti ci arrivano solo quando hanno toccato il fondo, e magari si sono anche ammalati, ma ti posso garantire che quando sceglierai di abbandonare l’impostazione mentale della sopravvivenza, il mondo smetterà di essere un campo di battaglia e incomincerà finalmente ad apparirti come il meraviglioso playground che avrebbe dovuto essere da sempre.

(pic courtesy Adam Hornyak for Unsplash) 

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Comments

  • Oriella 02/12/2022 5:21pm (17 mesi fa)

    E" proprio vero.. siamo noi che ci creiamo l'armatura della nostra prigione
    senza rendercene conto...finchè non apriamo gli occhi ..perchè abbiamo paura di affrontarci!

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