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Autore Messaggio: Commenti e Riflessioni sul lavoro della nostra ottava serata 19.04.2022 72 Visite

Commenti e Riflessioni sul lavoro della nostra ottava serata 19.04.2022 Link to this post

Ecco il nostro spazio per le nuove condivisioni

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Buona serata a tutti! Siete molto silenziosi e sono curiosa di capire se avete riflettutto sui contenuti della nostra ultima serata e se state approfondendo gli esercizi di riflessione che ho condiviso con voi. Sono ovviamente importanti per voi e non per me, perchè la vostra evoluzione dipende dalla vostra capacità di capire chi siete e quali sono gli aspetti della realtà fisica che hanno potere su di voi.

Vi abbraccio e sono a vostra disposizione per qualsiasi condivisione o domanda ulteriore.

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Ciao Annalisa e ciao a tutti,
avendo difficoltà a raccontarmi durante le ns serata (in casa mia c’è troppa gente ????), anticipo qui le riflessioni fatte in questi ultimi quindici giorni….
Ho provato a prestare attenzione a quanto dico nel mio quotidiano agli altri, ma soprattutto a me stessa e mi sono resa conto di due cose:
-   Spesso cerco di giustificarmi per qualsiasi cosa (es perché ho perso un treno, per essere in ritardo, per non aver fatto qualcosa o per averla fatta), come se fosse colpa mia per tutto;
-   Spesso dico e mi dico che sono stanca, stufa, esausta, distrutta…. Il bello è che non mi è ancora ben chiaro di cosa e per cosa sono stanca
Direi che ho un po’ di lavoro da fare sia sul senso di colpa, sia sulla stanchezza (ma qui la vedo più difficile) …
Per quanto riguarda il secondo quesito sugli attaccamenti, sono un po’ in dubbio: in passato ho lasciato andare cose, abitudini e persone dalle quali pensavo di non potermi staccare per ragioni sia positive (perché mi piacevano tanto) sia negative (paura delle conseguenze) ma alla fine ce l’ho fatta. In questo momento non riesco a completare le frasi: “Sto bene solo se…” o “Non posso vivere senza…”. Ci sono tante cose che mi fanno star bene: una tazza di tè, una passeggiata con il mio cagnolino, e ovviamente i miei figli, mio marito… ma questo non vuol dire che se non posso prendere una tazza di te sto male o che quando i miei figli vorranno uscire di casa mi sentirò abbandonata. Ma forse sto interpretando male la domanda.
A mio avviso è importante capire quando è il momento di lasciare andare e viverla non come una rinuncia ma come una scelta. Provo a fare un esempio. Sono stata a dieta perenne dall’adolescenza fino a quasi quarant’anni. Tutte le volte che mi trovavo davanti a qualcosa che mi piaceva molto o decidevo di rinunciare con frustrazione o lo mangiavo e mi sentivo in colpa. Poi ho deciso (sulla base di ricerche e approfondimenti) che avrei più mangiato alimenti di origine animale. Questo ovviamente vuol dire non mangiare più pasticcini e torte tradizionali ai compleanni, la classica pizza etc, ma non lo vivo come un sacrificio, perché ho fatto una scelta convinta e così quando mangio il biscotto in più, non mi sento in colpa perché quel biscotto contiene gli ingredienti giusti (ovviamente per me).
Se non ho centrato il tema, correggimi Annalisa ????
Grazie a tutti per l’ascolto e a più tardi :-)

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Grazie Stefania per il tuo contributo. alla nostra riflessione.
Il sentire l'obbligo di giustificarti continuamente può essere una conseguenza di una convinzione di non essere abbastanza adeguata alle regole o a quelle che hai deciso siano le aspettative degli altri nei tuoi confronti. In entrambi i casi ti può aiutare a riflettere quanta importanza attribuisci ad entrambe, perchè ho la sensazione che il senso di stanchezza che provi possa dipendere anche dal sentirti "impigliata" in un modo di comportarti che ti sta stretto, non perchè tu sia diventata improvvisamente maleducata, ma perchè sta cambiando la tua coscienza di te stessa e certe cose che hai sempre fatto automaticamente ora sono solo modi per disperdere la tua energia in maniera inefficace per te. E' come se stessi sviluppando una intolleranza ad un certo modo di essere che non ti rappresenta più.
Gli attaccamenti sono tutto ciò che in un certo modo ci offre un senso di sicurezza o soddisfa un bisogno latente non corrisposto. Parleremo di questo aspetto questa sera e quindi sono certa che lo capirete meglio e potrete anche farmi domande.
Comunque la tua interpretazione è corretta: quando sei capace di vivere qualcosa come una scelta e non una rinuncia sei sicuramente in una posizione di forza e non non di debolezza. Ma un altro aspetto importante è quello di sviluppare flessibilità rispetto alle nostre scelte. Se vogliamo sentirci liberi non dobbiamo creare dipendenza neppure dalle nostre scelte e dobbiamo imparare a trasformarle e cambiarle in modo che non rappresentino ostacoli alla nostra evoluzione. La vita è un flusso e più seguiamo la sua corrente senza irrigidirci meno fatica facciamo e meno stanchi siamo. La gran parte della nostra frustrazione, stanchezza, dolore e sofferenza derivano dalla resistenza che opponiamo inconsapevolmente alla vita.

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